Il libro della giungla: il racconto di cinque giorni nel Borneo indonesiano


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Quanti giorni alla settimana lavori Dodi?

7/7. Nessun riposo: finisco un tour e ne inizio un altro.

Vai mai in vacanza?

Vacanze?

Queste è vacanza: conoscere nuove persone, imparare nuovi modi di dire, nuove lingue, nuove parole. Queste sono le mie vacanze: parlare con la gente e guardare lo spettacolo che mi passa sotto gli occhi.

 

_HAN0453Dodi è un trentatreenne di Kumai, piccolo villaggio dell’isola di Kalimantan – Indonesia- da dove partono i tour in
kotlok – imbarcazione fluviale che deve il suo nome al tipico rumore del motore…kot, kot, kot- per il Tanjing National Park. È un tipo buffo, un arrampicatore sociale che da mozzo è diventato prima cuoco e poi guida; il suo sogno nel cassetto è aprire un’agenzia turistica. Perché? Perché la giungla se ci sei nato, a volte annoia. Niente scuola per Dodi – come Dodi Alfayed, ma io sono solo una guida, cit. L’unica palestra è la barca. Assorbire a più non posso. Guardare. Ascoltare in silenzio. Apprendere parole, poi frasi ed espressioni sempre più elaborate. È la vita che ha fatto di Dodi una guida. All’inizio il suo inglese è ruggine per noi, poi il ghiaccio si scioglie e la barriera si annulla. Sarà questo piccolo uomo di un metro e sessanta a tenerci compagnia per cinque giorni nel Borneo indonesiano. Ci accompagnerà senza scarpe – wild shoes, come diceva lui- a camminare nella giungla; ci mostrerà gli animali nascosti fra gli alberi con il sorriso e la sua immancabile sigaretta, unico vizio di tanti indonesiani.

Enjoy the movie.

What do you think?

And now…what do you think?

_HAN0771Vorrei saper rispondere a Dodi con qualcosa di meno banale, ma dalla mia bocca esce il solito amazing, faboulous, extraordinary, nice, very nice, cool, very cool. Cosa posso dire a quest’uomo quando guardo me stesso camminare fra gli alti alberi orientali osservando coloratissime farfalle sfiorarmi il naso. Non ho parole quando in lontananza le fronde iniziano ad ondeggiare e la luce a penetrare a poco a poco; sintomo che un simpatico orango selvatico sta per arrivare. Vedo il suo piccoletto arrampicarsi goffamente sul corpo della mamma, con quella pelliccia sbarazzina che si solleva dalla testa.

Nella giungla impari a riconoscere i rumori: niente si muove per caso. Un ramo che scricchiola, una foglia che cade: qui il caos è rigore e armonia. Tutto è collegato. Ogni cosa ha il suo posto. La giungla è rumore; è frastuono e il concerto cambia a ogni ora. La mattina c’è il gibbone a svegliarti; poi è il turno degli uccelli di fiume e dei macachi: cicale strazianti, i salti dei pesci predatori, il verso nasale della scimmia proboscidata, le urla dei macachi.

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Attraversavamo il fiume lentamente seguendo il lento declinare del giorno. Impossibile dormire oltre le 5 del mattino e non chiudere gli occhi oltre le 19 di sera. Il ritmo della natura scandiva le giornate. Niente connessione; niente elettricità; poca luce per non attirare gli insetti; bagni spartani; no acqua corrente; no cellulari. Te stesso. Noi. La macchina fotografica. Il grande film della natura. Qui l’entertainment è il live streaming del National Geographic.

_HAN0484È difficile riposare. Azzardato. Chiudere gli occhi può equivalere a perdere l’avvistamento di un animale raro. Mi attrezzo con lo zoom e la macchina fotografica sempre a portata di mano. A volte vorrei solo guardare, scattare fotografie mentali: godermi il momento. È così che vediamo serpenti fare a gara attraversando il fiume; vediamo scimmie proboscidate, macachi bianchi e neri, coccodrilli e varani, tarantole, insetti di vario tipo, tarsi, coloratissimi uccelli. È così che scendendo dalla barca e inoltrandoci nella foresta incrociamo un giovane orango femmina appollaiato sul cammino. Ci avviciniamo; timidamente vogliamo toccarlo: stringiamo le sue mani che s’intrecciano alle nostre. Tutto potrebbe finire ora, tanto è stupendo quel momento.

I gibboni ci sorvolano acrobaticamente. Chissà quante cose i nostri occhi non stanno vedendo, ma va bene così. La parzialità è la risorsa più preziosa del turista. Ci spostiamo da un campo all’altro; osserviamo il lavoro dei ranger e percepiamo il docile e fragilissimo equilibrio in cui questo ecosistema si trova: piantagioni di palme per l’estrazione dell’olio, deforestazione arrogante e cambiamenti climatici minacciano la vita della foresta vergine. Qui è vero: basta un battito d’ali di una libellula e il tifone arriva pronto a debellare quello che l’evoluzione ha costruito.

_HAN0371Se di giorno il sole illumina la foresta, la notte la popola: è un cambio di guardia che inizia verso il crepuscolo. Gli
oranghi sono i primi a rintanarsi, vanno a costruirsi un comodo giaciglio sugli alberi. Poi è il turno delle scimmie proboscidate: guadagnano rapidamente le cime lungo le sponde del fiume, dove da lì si sentono al riparo. Ora è il turno degli insetti, delle rane, dei serpenti, dei pipistrelli e degli uccelli notturni, è il momento delle tarantole e dei felini predatori.

 

_HAN1235La giungla si rinfoltisce di questa popolazione notturna. Noi scivoliamo lentamente alla ricerca di un’ansa dove passare la notte. Non c’è più luce: klot, klot, klot, klot… il rumore del motore non ci abbandona mai. Il capitano sbuca dalla sua tana per guardare meglio il fiume: intona una melodia tradizionale. Sorgono le stelle e scivolano sui rami delle palme illuminate da migliaia di lucciole. Ci sediamo a prua osservando questo spettacolo in silenzio: possiamo piangere, ora. Possiamo ridere, ora. Possiamo tornare a casa con l’idea che Dio o chi per lui, qui, in questi posti, ha saputo dipingere un quadro meraviglioso. Ma è già giorno, siamo di nuovo nella polvere, nel lercio, nel rumore assordante, nel ritmo occidentale.

I ricordi si affievoliranno. Non importa se fra dieci anni potremo ancora raccontare perfettamente il giorno 1 e il giorno 5, perché nessun abile poeta o romanziere sarà mai capace di trasmettere le emozioni che abbiamo vissuto tacitamente, con gli occhi lucidi, contemplando la sola vera bellezza esistente: la misteriosa semplice complessità di madre natura.

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novembre 23, 2014 · 7:22 PM

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